Identificazione e tracciabilità del prodotto, hitech.
La gara per accaparrarsi la collaborazione dei più quotati designer è sempre aperta per
i brand di successo che, ogni anno, investono somme considerevoli per curare il look dei loro
prodotti. Anche una semplice etichetta identificativa, in realtà è spesso frutto di ricerche
approfondite e sofisticati esercizi di stile. In fase di stampa può arricchirsi di decorazioni
metalliche, inchiostri in rilievo, superfici tridimensionali o essere ritagliata in forme originali.
Le possibilità creative sono infinite, lo scopo è quello di far emergere il più possibile il
prodotto sullo scaffale, generare emozioni positive nel consumatore e stimolare l’acquisto.
Oggi, tuttavia, ci troviamo innanzi a una generazione di consumatori sempre più consapevole
e selettiva che richiede informazioni dettagliate e garanzie per accordarci la propria
preferenza. Fortunatamente a queste nuove esigenze si sono affiancate nuove opportunità così,
accanto all’etichetta stampata dal ricercato design, troviamo tutta una serie di proposte per
l’identificazione e la tracciabilità del prodotto dall’anima hitech come i tag RFID (Radio
Frequency Identification). La tecnologia di queste etichette dotate di chip ci offre svariate
funzionalità e possibilità di impiego tra le quali la possibilità di identificare un oggetto tramite
un semplice segnale radio e di registrare sul chip interno informazioni univoche circa il
produttore, l’origine e il numero di serie dell’articolo. Le informazioni sono personalizzabili e
adattabili a diverse necessità ma solo un etichetta RFID originale può restituire le corrette
informazioni dell’articolo. La possibilità di proteggere i dati in modo che non possano essere
sovrascritti fa dell’RFID il più valido strumento anticontraffazione utilizzato. Indispensabile
per fornire tutte le garanzie di qualità necessarie a difendere l’unicità e l’esclusività dei
prodotti Made in Italy.
L’affidabilità della lettura dati, la possibilità di poterle utilizzare anche in
magazzini contaminati e sporchi; la resistenza all’aggressione di agenti chimici e ambientali,
la possibilità di rilevare informazioni anche se il tag si trova all’interno dell’oggetto che si
vuole identificare o di un altro contenitore (purché non completamente metallico), fanno di
queste etichette uno strumento molto richiesto e utilizzato anche nella supply chain.
L’evoluzione di questa tecnologia ci porta fino alle smart label con sensore
termico (come il TT Sensor Plus 2 di Avery Dennison). Produttori e acquirenti desiderano
che i prodotti mantengano sempre un’eccellente qualità durante il trasporto, tuttavia è
possibile che le merci sensibili alle variazioni di temperatura subiscano alterazioni durante il
viaggio pur sembrando perfettamente integre al momento della consegna. L’impiego di
questa tecnologia ci consente di monitorare i prodotti deteriorabili durante la loro
movimentazione con un tag sofisticato, piccolo, economico, in grado registrare temperature
che vanno da -20 °C a +50 °C con una precisione di circa ±0,3 °C ed effettuare fino a
150.000 rilevamenti. Tramite software è possibile creare profili personalizzati per ogni utente,
destinatario, articolo da tracciare e creare una cronologia dettagliata di ciò che è accaduto
alla merce durante lo spostamento ed evidenziare eventuali criticità. I dati raccolti possono
essere estrapolati per ulteriori analisi o condivisi per aumentare l’efficienza della catena di
approvvigionamento.
Le potenzialità, i vantaggi e i campi di applicazione offerti dall’RFID e dalle smart label
con sensore termico sono impareggiabili soprattutto nei settori farmaceutico, cosmetico,
medicale e alimentare ma occorre affidarsi a un partner esperto per poter sfruttare al meglio
le potenzialità di questi strumenti raggiungendo con successo gli obiettivi prefissati.